Grande specchiera Luigi XV, veneziana.
Specchiera dorata a foglia d’oro e intagliata, con specchio originale in mercurio.
Cimasa intagliata con volute, motivi floreali e piccoli specchi decorativi.
Epoca: seconda metà del 1700
Misure: H. cm 152 – L. cm 107 – P. cm 10
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(R,S) M,R
Per saperne di più:
Con l’arrivo del periodo Barocco, nel Seicento, la doratura diventa protagonista sui mobili. In Francia, i primi arredi dorati comparvero sotto Luigi IV, in Inghilterra nel 1660 circa (durando tutto un secolo), e in Italia dal 1645. D’altronde, in uno stile espressione dello sfarzo portato all’eccesso, e della magnificenza dei sovrani non poteva non mancare l’oro.
Spesso, le parti dorate venivano brunite (ossia lucidate), e in parte lasciate opache per creare due diversi contrasti. In Italia, e in particolare a Venezia dal XVII secolo, nasce un tipo di doratura più economica chiamata “a mecca”. Questa tecnica risale probabilmente dall’antica Cina (anche se il nome è di derivazione araba). Questa doratura ricopriva le cornici, ed era costituita da una foglia d’argento laccata in colore oro.
Passando al periodo del Settecento, nasce un altro metodo di doratura detta “a fuoco” o “amalgama” oppure “doratura al mercurio”. Come avrete intuito, consisteva in una miscela di oro e mercurio per la doratura. Prima di dorare l’oggetto, si cospargeva la sua superficie con acido nitrico. Poi lo si dorava, ponendolo infine a seccare in forno (in questo modo, il mercurio evaporava, lasciando l’oro applicato). Fu un metodo che si diffuse particolarmente in Francia; diventò infatti una tecnica standard nelle suppellettili in stile impero.
Nell’Ottocento, come già accennato, nasce in Italia la doratura galvanica nel 1802. Fu scoperta presso l’Università di Pavia, grazie agli esperimenti di Luigi Valentino Brugnatelli che mise poi a punto la tecnica insieme ad Alessandro Volta.
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