Stipo del 1700 con scaffalatura, laccato e filettato
Originariamente era la parte superiore di un trumeau.
Periodo: 1700
Misure: L. cm 153 – P. cm 50 – H. cm 200
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Rif. 432
(D,SF) SM – SD
Per saperne di più:
Gli armadî a stipo, in grande uso a Firenze durante il ‘500, erano divisi in due corpi: l’inferiore chiuso da due battenti, il superiore diviso internamente in vari cassettini attorno a una specie di armadietto centrale, chiuso di solito da un piano. a ribalta. La parte superiore di questo mobile, detta “studiolo”, fu collocata non solo sopra l’armadio, ma anche su un semplice tavolino per scrivere e nacque così lo stipo.
Erano gli studioli, nella forma più antica, generalmente in noce, riquadrati da semplici listelli, con ornati di tarsie sul battente di chiusura, a mano libera o alla certosina; poi si complicarono nella forma e nell’ornato. Si giunse a dar loro talvolta un vero e proprio prospetto architettonico con colonnine ai lati e nel centro, che determinavano compartimenti in cui erano situati i cassettini, frontespizi ricurvi e acuti, nicchie incavate con piccole statue, ecc. Lo studiolo, verso la fine del ‘500, complicato di forme e di eleganze, divenne il ripostiglio di ogni sorta di cose galanti e preziose. Prese allora il nome di stipo, e stipettai furono chiamati quei maestri di legname più raffinati, che si dedicavano alla costruzione di questi piccoli mobili.
Agli stipettai fiorentini si devono dei veri piccoli capolavori.
In tutta l’Italia, negli ultimi decennî del ‘500 e durante il ‘600, lo stipo ebbe un’enorme diffusione. Da Firenze passò alla Liguria, dove fu determinato un tipo caratteristico, detto a “bambocci” il quale ha ai lati, invece delle colonne o delle paraste fiorentine, una serie di puttini e di figure a tutto tondo. Stipi a bambocci se ne costruirono in tutta l’Italia settentrionale, e se ne fecero anche a Firenze; di un gusto, però, più sobrio.
Anche negli stipi il ‘600 si sbizzarrì in varietà di forme e di ornati. Si adoperarono inoltre legni varî, e gli ornati furono non solo d’intagli, ma di rilievi in bronzo, in ottone, in argento, e di dorature.
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