Tavolo scrittoio francese stile Luigi XV intarsiato.
Tavolo a scrittoio francese, molto elegante nelle forme, in stile Luigi XV, con cassetto e bronzi decorativi nelle gambe e nel contorno del piano.
Epoca: fine 800 inizi del 1900.
Interamente impiallacciato in noce, con ricchi intarsi floreali in Acero ed essenze colorate.
Serrature e bocchette originali.
Misure: cm 100 x cm 67 – H. cm 76
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(D,F) D,SM
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L’intarsio
Già nell’antico Egitto apparvero dei cofanetti decorati con motivi geometrici e geroglifici dorati. Nell’Asia Minore invece si diffondeva l’intarsio con pietre dure e madre perla, mentre da Creta pervenivano preziose figurine intarsiate di cristallo di rocca, madreperla, legno e oro su steatite.
Col tempo la tecnica dell’intarsio arrivò in Europa, e fiorì in particolar modo in Italia: durante l’Impero Romano si usava ricoprire gli oggetti di legno con stucco e pittura, ma ben presto gli artigiani iniziarono ad apprezzare il legno al naturale e a sperimentare nuovi tipi di decorazione. I toni chiari della fusaggine e del bosso facevano da contrasto ai toni scuri dell’ebano e del noce, per dare vita a graziosi intarsi che andavano sempre più perfezionandosi nella tecnica. Per aggiungere ombreggiatura al disegno si usava un ferro rovente; fino al XV secolo quando, per mano di frà Giovanni da Verona, fu inventato il procedimento che permetteva di tingere il legno con la bollitura.
L’arte dell’intarsio raggiunse il suo apice tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in Francia, dove il mestiere fu elevato allo status di arte superiore grazie al patronato reale. Il re Luigi XIV amava questo tipo di decorazione e commissionò numerosi mobili per la reggia di Versailles al famoso ebanista André Charles Boulle, che rappresentava l’avanguardia del movimento francese. Boulle disegnò e costruì per il Re Sole scrivanie, orologi, cassapanche, candelieri, lampadari, cornici, caratterizzati da un elaborato stile barocco.
I motivi più frequenti degli intarsi erano arabeschi, paesaggi favolosi, fiori, festoni, foglie di acanto.
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