Grande cornice del 1800, interamente dorata a foglia d’oro ed intagliata.
Cornice di pregevole fattura e qualità negli intagli a rilievo e nella doratura.
Perfetta in ogni sua parte.
Provenienza: Italia
Misure: misura esterna cm. 185 x 125, misura interna cm. 161x 101.
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(D,SM) R,R
Per saperne di più:
Prima di parlare di doratura, bisognerebbe inquadrare il materiale grazie al quale è possibile creare questa affascinante tecnica decorativa. Ovvero l’oro (giallo).
Per via della sua particolare lucentezza, è considerato da sempre il più prezioso dei metalli. Non solo. Proprio grazie al suo aspetto, è sempre stato simbolo di ricchezza, prestigio sociale o del divino.
La sua storia ha origini antichissime. Sin dalla nascita della civiltà, l’elemento decorativo per impreziosire sculture, dipinti, mobili, suppellettili, abiti, ecc è proprio l’oro. Secondo gli archeologi, infatti, ricoprire gli oggetti con un materiale inalterabile come l’oro alludeva al desiderio di preservarlo nel tempo, rendendolo eterno. Una delle sue caratteristiche più importanti, è proprio il fatto che non si corrode nel tempo.
Già gli antichi Egizi, dal IV millennio, usavano un sistema in cui le foglie d’oro venivano semplicemente martellate sulla superficie che dovevano rivestire. Ciò che sorprende è lo spessore di queste foglie, di notevole finezza.
All’epoca degli antichi Romani si conoscevano diverse tecniche di doratura. Inoltre, cominciarono a rivestire vari oggetti con diversi materiali, oltre all’oro: legno, marmo, vetro, stoffa, cuoio e avorio. In particolare, l’oro in foglia veniva applicato sulle statue in modo da farle passare come fatte d’oro.
Un esempio è l’Ercole della rotonda del Vaticano, a Roma.
La doratura diventa protagonista sui mobili solo con l’arrivo del periodo Barocco, nel Seicento. In Francia, i primi arredi dorati comparvero sotto Luigi IV, in Inghilterra nel 1660 circa (durando tutto un secolo), e in Italia dal 1645. D’altronde, in uno stile espressione dello sfarzo portato all’eccesso, e della magnificenza dei sovrani non poteva non mancare l’oro.
Spesso, le parti dorate venivano brunite (ossia lucidate), e in parte lasciate opache per creare due diversi contrasti. In Italia, e in particolare a Venezia dal XVII secolo, nasce un tipo di doratura più economica chiamata “a mecca”. Questa tecnica risale probabilmente dall’antica Cina (anche se il nome è di derivazione araba). Questa doratura ricopriva le cornici, ed era costituita da una foglia d’argento laccata in colore oro.
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